Mentre si attraversano strade scolpite nel paesaggio dai colori brillanti, ora appena increspato, ora più sinuoso verso l’orizzonte ampio e soleggiato, si ha l’impressione di poter compiere un passo indietro di secoli, fino all’epoca in cui molti fra i maggiori Santi della Cristianità solcavano quegli stessi prati ispirati dalla stessa quiete mistica. Una calma, quella della campagna umbra, ispirata fin dall’armonia delle forme paesaggistiche: le tinte pastello sotto il sole del meriggio riflettono una luce in grado di far breccia nell’animo, come raggi di entità soprannaturali.
Addentrandosi in uno qualsiasi dei tanti borghi cittadini la percezione non muta: le strade, le torri i palazzi e soprattutto le chiese, impreziosite d’arte inestimabile, consentono all’atmosfera medioevale di coesistere con i sobri cenni dell’indispensabile modernità, appena percepibile laddove essa si renda funzionale alla presenza dei turisti.
Ad Assisi compete il ruolo di capitale, di epicentro dal quale emanano, copiosi, gli effluvi benefici di una profonda mistica cristiana. Ma nonostante le migliaia di pellegrini che quotidianamente visitano i luoghi del culto e dell’arte, non viene mai meno la sobrietà degli ambienti.
Un’atmosfera del tutto peculiare, ma pregna della stessa quiete antica e misteriosa, radicata in un substrato di spiritualità che guarda oltre la bellezza degli edifici religiosi, la si trova a Orvieto. La facciata-capolavoro del Duomo, nella luce del tardo pomeriggio, colma l’animo di sereno entusiasmo, così come il riverbero della rossa facciata di San Giovenale, all’altra estremità, quella occidentale, della rupe tufica che sorregge la città innalzandola sulla valle del Paglia. Ad Orvieto abbiamo pernottato, come quasi dieci anni prima, presso l’hotel della Posta in via Signorelli, e quanto allora ne abbiamo apprezzato la discrezione suggestiva di un ambiente riservato e d’altri tempi, dove si ha l’impressione di trovare efficace riparo dal mondo proprio nel cuore dell’intreccio di vicoli che costituiscono il piccolo centro cittadino. A cena abbiamo mangiato Straccetti all’Orvietana presso un locale in una via adiacente alla piazza principale, e durante il giro serale per la città, la ridotta presenza turistica ha consolidato in noi la sensazione di essere incorporati nell’atmosfera che a me piace definire come tipicamente italiana: mi riferisco all’Italia dei borghi antichi suggestivi e incontaminati.
Un chilometro di strada sterrata sfila a lato di grandi siepi di more e conduce fino al ciglio della piccola conca coltivata a ulivi, laddove sorge la struttura (pulita, nuova e confortevole) in cui abbiamo trascorso un’ulteriore settimana: l’agriturismo Le Dolci Colline di Valfabbrica. La sua posizione equidistante da Assisi, Gubbio e Perugia ci ha consentito escursioni quotidiane verso questi tre centri ma anche fino a Spello e alle cantine del Torgiano, del Colli Martani e del Sagrantino di Montefalco.
In particolare vorrei ricordare un’azienda, quella di “Di Filippo” a Cannara, fra Torgiano e Montefalco; qui abbiamo avuto il piacere di intrattenerci in una lunga degustazione di vini da agricoltura biologica insieme alla proprietaria, e di acquistare alcune bottiglie di Properzio (Sangiovese dei Colli Martani 2008), Sallustio (Montefalco Rosso 2008), di Sagrantino 2006 e di Sassi d’Arenaria (Grechetto dei Colli Martani 2009).
Ma siamo stati anche da Lungarotti: appena il tempo di darci uno sguardo intorno e di scappare via a causa del repentino arrivo di certi pullman che hanno scaricato mucchi di turisti, guastando l’atmosfera. Peccato.
Atmosfera del resto opposta presso la cantina Castello di Corbara, lungo la strada per l’alto Lazio da Orvieto, dove abbiamo acquistato un Lago di Corbara 2007 dopo avere a lungo cercato un addetto vendita nell’atmosfera assolata e rarefatta della campagna deserta; anche il periplo del Lago Trasimeno ci ha fruttato qualche prodotto enologico, oltre a una quantità di bellezze paesaggistiche fuori mano e per nulla dozzinali a Passignano sul Trasimeno e Castiglione del Lago. In particolare, in quest’ultima località abbiamo scovato l’azienda Duca della Corgna e i suoi Nuricante (Colli del Trasimeno Grechetto 2009) e Divina Villa (Colli del Trasimeno Gamay 2008).
Ricapitolando: natura, arte, cultura, grande spiritualità e… ottime vigne. Oltre i luoghi comuni,il cuore d’Italia è davvero verde, santo e impareggiabile.