Al comprensorio in oggetto abbiamo dedicato per intero il terzo e ultimo giorno del nostro viaggio. Lo scopo era quello di procurarci vini di qualità difficilmente reperibili altrove, e allo stesso tempo gustare l’amenità dei luoghi d’origine di ciascuna bottiglia. Il panorama è caratterizzato da un susseguirsi di alte cime digradanti verso il fondovalle per confluire nel fiume crescente di vigneti il cui culmine, la cui onda di piena, si sviluppa lungo la strada per Trento. Luoghi suggestivi, zitti e riservati, pregni di sobrie atmosfere teutoniche che da queste parti si addolciscono al contatto con paesaggi meno severi di quelli un po’ più a nord. A farla da padrone sono il Gewurztraminer e le uve rosse Schiava e Lagrein, che concorrono anche alla produzione di piccole DOC quali il Lago di Caldaro o il Santa Maddalena.
Le cantine.
– Klosterhof. Tra villini con piscina e vigneti quasi pianeggianti come non ne avevamo ancora visti nei giorni precedenti, si giunge a questa azienda dei dintorni di Caldaro che produce il Lago di Caldaro dell’anno 2010, un certo Plantaditsch. Della cantina questo posto non ha però l’aspetto: si tratta di una struttura ricettiva e ne ha tutta l’aria, e anche il locale dove siamo stati accolti è in effetti una sorta di bar. L’importante è però avere trovato quanto cercavamo (unico caso insieme a quello del Sylvaner dell’Abbazia di Novacella in Valle Isarco).
– Niklaserhof. Alle porte di Caldaro sorge la frazione di San Nicolao, una distesa di case basse e stradine che dolcemente salgono e scendono incrociandosi tra i vigneti: ciò che dona al paesaggio un aspetto davvero singolare è però la quinta delle alte montagne circostanti. Indistinguibile tra le altre, una delle casette ospita questa cantina dove siamo stati ricevuti da una signora piuttosto anziana che, quasi senza spiccicare una parola di italiano, è andata a prenderci i vini che volevamo e ce li ha semplicemente consegnati. Le abbiamo chiesto anche una grappa di Moscato Giallo: dopo averci risposto che non ne aveva, al nostro diniego di acquistare quelle fatte con altri vitigni la bottiglia è misteriosamente comparsa. Forse non ci eravamo capiti (non crediamo), oppure si tratta davvero della grappa migliore, da non “sprecare” per gli sconosciuti.
– Brunnenhof. Sul crinale di un’altura che domina la valle dell’Adige fino al Lago di Caldaro ormai molto lontano, sorge questa cantina dove una donna alta, bionda e nervosa (ma gentile), ci ha consegnato i primi Gewurztraminer del nostro giro: è singolare durante un viaggio enologico in Alto Adige riuscire a procurarsi il primo esemplare del vino forse più famoso, diremmo quasi il più “commerciale”, soltanto alla settima tappa. Ma del resto non tutto il territorio altoatesino ne rappresenta realmente la zona d’elezione.
– Castelfeder. Quando siamo giunti davanti al grosso cancello serrato per tutta la sua lunghezza, un ragazzo del posto cui ci siamo rivolti per delle informazioni ce ne ha confermato la chiusura. Tuttavia mentre sfogliavamo la nostra documentazione per decidere come investire l’ultimo scampolo di giornata, ecco apparire una donna in bicicletta diretta alla porticina ritagliata a lato della cancellata: dopo averla osservata estrarre il mazzo di chiavi e aprire l’abbiamo fermata al volo e lei, vinte le prime teutoniche ritrosie (perchè era chiuso), ci ha fatto entrare proponendoci una degustazione come non era accaduto nemmeno in altri luoghi aperti. Abbiamo acquistato Gewurztraminer 2011 e Santa Maddalena idem. Ma ci è parso buono e fruttato anche il Sauvignon che abbiamo lasciato stare perché già fin troppo carichi…
Il pranzo.
– ????. Ristorante ubicato a due passi dal centro storico di Caldaro. Buone le tre varietà di Canederli agli spinaci, allo speck e al formaggio che abbiamo potuto gustare quasi soli sulla veranda, ma l’aspetto del locale non è di quelli più caratteristici.
I luoghi.
– Caldaro. Qualcosa, forse lo stile architettonico ingentilito da certi tratti rinascimentali del Sud, rende l’atmosfera di questa cittadina, comunque più “teutonica” che “italiana”, meno severa di altre viste più a nord. Carina la piazza principale, con l’altissimo campanile della parrocchiale di Santa Maria Assunta a dominarne, un po’ defilato, il profilo. Il territorio comunale incorpora il Lago di Caldaro
– Lago di Caldaro. Bacino di origine alluvionale profondo 6m nel suo punto più basso, è luogo assai ventoso e per questo vi si praticano vela e surf. La Strada del Vino lo affianca a ovest, ma da questo lato ci è stato impossibile approcciarne lo specchio d’acqua per via di un enorme stabilimento balneare prima (che sensazione strana un impianto di stampo “marittimo” in pieno Oltradige…) e di altre recinzioni più avanti, a delimitare alcune abitazioni a bordo lago oppure i vigneti circostanti.