Quella del Boca è la più settentrionale tra le denominazioni novaresi a base Nebbiolo. Situato a est del fiume Sesia (o alla sua sinistra orografica), il territorio è caratterizzato da terreni di origine vulcanica (differentemente da quelli delle denominazioni più a sud, ovvero Fara, Sizzano e Ghemme), e si estende lungo una superficie totale di quasi 10 ettari. L’altitudine media dei vigneti piuttosto elevata consente alle radici di raggiungere maggiori dimensioni, e di non dover affondare troppo in profondità alla ricerca di nutrienti. Per questo i vini non spiccano solitamente per mineralità, quanto piuttosto per sfumature e sentori tipicamente aromatici. Sergio Barbaglia si innesta dunque in un simile scenario producendo Boca insieme alla figlia Silvia in quel di Cavallirio. La vendemmia 2011 non è stata tra le più fortunate per la zona nel suo complesso, ma la perizia della presente azienda nel riuscire a interpretare egregiamente il carattere del proprio territorio, estraendone interpretazioni solitamente ben dotate sia in termini di personalità che di eleganza, ci porta a ben sperare.
Ci è sembrato così:
Aspetto – Rubino tendente al granato, con bordo francamente mattone.
Olfatto – Molto intenso, caratterizzato da sensazioni di frutti di bosco velate da una persiste speziatura; a riposo seguono sentori di muschio e terra bagnata, e il frutto evolve verso una connotazione più matura, con ricordi di visciola e sbuffi di rabarbaro racchiusi entro un’elegante confezione ammiccante al boisè.
Gusto & Struttura – Sostenuto da una considerevole spina acida, il palato esprime sin da principio aromi fedeli all’olfatto; centro bocca succoso, irradiante e astringente, con tracce amarognole e frutto goloso; finale prolisso, aromatico, succoso.
Gradimento (83,5/100) – Certamente qualche anno di bottiglia in più gli avrebbe giovato, tuttavia non se ne possono negare la stoffa e la portante acida di tutto rispetto, del resto ben integrata a caratteristiche aromatiche che, lungi dal venirne sopraffatte, ne risultano invece evidenziate; insomma un risultato fine, elegante e di lignaggio, in grado di conquistare consenso anche sotto un profilo più “gastronomico”.
Uvaggio: Nebbiolo (80%), Vespolina (20%)