“Il vino è il migliore degli ivestimenti”, pare fosse solito affermare con lungimirante saggezza Gianni Agnelli, “perché male che vada potrete bervelo”. E lui riguardo certe cose doveva saperla davvero lunga. Per coloro che come noi però non possono permettersi di pasteggiare a Monfortino, nè di stivare in cantina preziose casse dei Marchesi Frescobaldi, bottiglie come il Chianti Classico Badia a Coltibuono, a portata di carrello sugli scaffali sdraiati di Esselunga e per di più biologiche, sono giunte un millesimo dopo l’altro a costituire una soluzione ottimale sebben più “popolare” per un bere redditizio in termini di qualità rapportata al prezzo (solitamente di poco superiore ai 13€). Il Chianti Badia costituisce infatti in questo senso quasi una sorta di bene rifugio per appassionati dalle tasche non proprio straripanti di denari, e tuttavia accomunati all’Avvocato dalla medesima voglia di bere bene spendendo però non più del “giusto” (o del “possibile”?). L’annata 2014 ci è stata presentata come abbastanza problematica in vigna a causa delle frequenti piogge estive, precedute da un inverno piuttosto mite e da una primavera caratterizzata da escursioni termiche che hanno rallentato la crescita. La selezione delle uve, in casi come questo, è determinante per la buona riuscita del prodotto finale. Vediamo com’è andata.
Ci è sembrato così:
Aspetto – Perfettamente rubino con unghia quasi cerasuola.
Olfatto – Frutto intenso e delicato, finemente speziato, con radi sbuffi di carne cruda ed eleganti note di fragolina in profondità; il legno, ben integrato e non invadente, apporta a riposo una discreta nota vanigliata, egregiamente bilanciata da sensazioni sapido-acciugose.
Gusto & Struttura – Al palato s’apre gustosamente agrumato, tenacemente acidulo; nel centro bocca succoso ed infiltrante, di buona polpa, un crescendo di aromi fruttati schiude la strada al finale assai prolisso e dai lontani ricordi di prugna.
Gradimento (84/100) – C’è un po’ tutto in questo Badia, e ci piace un sacco; forse per via del fatto che la stampa specialististica lo aveva giudicato un pelo sottotono? Sarà. Ma se è vero che l’annata 2014 è stata definita ostica lungo tutta la Penisola, in casa Coltibuono il maggiore apporto d’acidità è giovato a conferire al vino una succosità golosa e beverina che a nostro avviso esalta la consueta finezza espressiva degli aromi; promosso dunque una volta ancora, possiamo confermare che acquistare Coltibuono equivale davvero a mettere i soldi in cassaforte.
Uvaggio: Sangiovese, Canaiolo, Ciliegiolo, Colorino (e non Sangiovese in purezza come erroneamente riportato da taluni…)