Quella dei Produttori del Nebbiolo di Carema è una realtà cooperativa fondata nel 1960 che oggi conta più di 80 soci. I prezzi decisamente “calmierati”, affiancati all’eccellente livello qualitativo raggiunto nel tempo dalle due produzioni ammiraglie Etichetta Nera ed Etichetta Bianca (rispettivamente la versione Classico e quella Riserva della denominazione Carema), hanno reso negli anni interessante questa piccola azienda ubicata al confine con la Valle d’Aosta in terriorio ancora torinese. La bottiglia che andiamo a degustare appartiene alla denominazione di ricaduta Canavese: fedele alle intenzioni espresse finanche attraverso la scelta della designazione aziendale, trattasi sempre di nebbiolo in purezza, ma differisce dalle sorelle maggiori principalmente in termini di affinamento (non sono previsti termini specifici).
Ci è sembrato così:
Aspetto – Rubino assai scarico con riflessi quasi cerasuolo e unghia trasparente.
Olfatto – Fresco, invitante, sottile e finemente speziato; frutto delicato contornato da una dominante sapida ed acciugosa, con spiccati sentori d’origano.
Gusto & Struttura – Snello e succoso, sensazioni speziate e fruttate fedeli all’olfatto; a centro bocca è irradiante, goloso, rinfrescante, con accenni di frutti di bosco; chiude lungo, con franche note d’uva passa e ancora spezie ed erbe aromatiche delicate e invitanti, flebili e in dissolvenza, quasi a invocare il sorso successivo.
Gradimento (85/100) – Leggero ed aggraziato ma smaccatamente goloso, questo nebbiolo indossa un abito informale e si attesta su tonalità più acerbe del consueto, offrendo nell’insieme un’impressione di convincente semplicità e di pulizia aromatica; la prestazione non ci è parsa trascurarabile soprattutto in rapporto al prezzo: ottima proposta “quotidiana”, e altra felice sorpresa da parte di quei manici del Carema…
Uvaggio: Nebbiolo (100%)
Luoghi & Sapori 