Lasciata la Ciociaria abbiamo fatto rotta verso la Sila fino a San Giovanni in Fiore (CS). Coi suoi 1000m di altezza (in realtà il bell’albergo dove abbiamo soggiornato, una specie di rifugio d’alta montagna distante 8km dall’abitato, toccava quota 1200) ci ha offerto panorami a tratti inverosimili per il sud Italia: il paesaggio in questo punto della Calabria è a tratti alpino, ricco di sorgenti d’acqua e di boschi di verdi e rigogliose conifere tra le quali domina è il pino silano.
Ma è bastato scendere verso Caccuri, già in provincia di Crotone, per trovarci nell’antico podere rurale di alcuni parenti di mia moglie. Si tratta della casa natale di suo padre, e definirlo agriturismo sarebbe improprio per un aspetto soltanto: non ne possiede l’artificiosità. Ciò che laggiù possiedono, invece, è un vero frantoio industriale grazie al quale vendono olio in tutta la zona, e una sorgente dalla quale imbottigliano acqua con tanto di certificazione del Ministero; oltre ad ettari di ulivi, animali d’allevamento, altre coltivazioni e un’ampia veduta che attraverso un declivio a perdita d’occhio spazia fino al Mar Ionio, pur distante diverse decine di chilometri. Ionio che peraltro abbiamo potuto osservare da vicino recandoci a Crotone, dove abbiamo trascorso un’intera giornata visitando, tra l’altro, i panorami aspri e suggestivi di Capo Colonna (il promontorio che delimita il limite occidentale del Golfo di Taranto). Un tempo vi sorgeva il tempio di Hera Lacinia, sebbene oggi sia rimasta a testimoniarne l’antica presenza una colonna soltanto; in compenso, a fianco dell’area archeologica, si trova il bianchissimo Santuario della Madonna di Capocolonna.
In ultimo ci siamo spinti fino al promontorio di Isola di Capo Rizzuto, dove abbiamo preso alcune foto delle famose Castella lambite dalla luce dorata del tramonto.
Pingback: Mare, sole e prelibatezze a Tindari e dintorni | Luoghi & Sapori