Il Santuario della Madonna Bruna di Tindari domina la baia dal suo promontorio sui Nebrodi a strapiombo sul Tirreno. Fra le insenature della costa i colori dell’acqua sfumano dal blu cobalto al turchese, e dal belvedere, sul sagrato appena fuori dalla basilica, lo sguardo può ammirarli spazzando l’orizzonte fino a raggiungere, nelle giornate più terse e meno afose, il profilo bruno, vulcanico, delle antistanti Isole Eolie.
Volgendo L’attenzione in basso, le suggestive spiagge della riserva naturale orientata dei Laghetti di Marinello mostrano il loro fascino desertico e selvaggio: affatto affollate, i radi bagnanti appaiono come lente formiche nel loro risalire la lunga lingua di sabbia chiara per guadagnare finalmente un tuffo in mare. Immergersi nell’acqua tiepida del tardo meriggio, all’ombra della benevolenza discreta del tempio innalzato sullo sperone appena dietro le proprie spalle, può rappresentare del resto uno dei momenti più alti della propria permanenza nel comprensorio di Tindari.
Raggiungere la piccola laguna formata dai sette laghetti, la cui salinità varia in funzione della distanza dal mare, richiede però qualche piccolo sacrificio: spazi angusti da superare in automobile e una buona camminata attraverso passaggi dall’aspetto non sempre tra i più invitanti (qualche sottopasso purtroppo infestato dalle immondizie rischia di guastare la speranza lungo la strada). Tuttavia la meta, una volta raggiunta, compensa la fatica oltrechè con la bellezza di acque balneabili e cristalline anche col vasto patrimonio paesaggistico e naturalistico di cui dispone, ricco di rare specie endemiche vegetali e animali.
In realtà noi abbiamo soggiornato presso un villaggio ubicato nel comune di Furnari, il VOI Hotel Baia di Tindari, in formula residence come sempre per stabilire da soli tempi, luoghi, cibo e priorità. Per sentirci un po’ più… “residenti” e un po’ meno turisti.
Nei pressi della struttura sopracitata, il borgo di Tonnarella costituisce un’ottima risorsa per l’approvvigionamento di generi alimentari, grazie ai suoi numerosi esercizi e locali da ristoro. Le pasticcerie in primis, come Arthè Cafè, Mondo Gelato oppure Birimbao. Piacevole è stata anche l’esperienza fatta a cena presso il ristorante La Conchiglia (via Palermo, 63 – Furnari), dove abbiamo assaggiato un antipasto siciliano a base di melanzane, pomodori secchi, olive e formaggi tipici, nonché gli onnipresenti (e ben fatti) involtini alla messinese accompagnati da un decentissimo IGT Terre Siciliane Bianco 2013 di G. Milazzo, che ci ha piacevolmente impressionato per via delle intense note di pompelmo rosa francamente distinguibili all’olfatto. La gastronomia d’asporto, “spiccia” e rustica, di “U Funnu” (via Palermo, 2 – Furnari) consente invece di assaggiare specialità come gli arancini al pistacchio oppure al ragù, l’impepata di cozze fresche del venerdì, o ancora la tipica pasta al forno alla siciliana, insaporita con uova sode. E sempre a Tonnarella si trova la macelleria La Perla, della quale ci si può servire per rifornirsi di scamone, involtini messinesi (ottimi anche quelli del Conad, soprattutto la versione al pistacchio) e di salsiccia secca “cunzata” (“condita”) con pomodoro e scamorza, avvolta in vere budella d’agnello.
Dal lato opposto, in direzione Palermo, il paese di Falcone offre la possibilità di gustare i migliori cannoli della zona presso la Pasticceria Saporito (via Roma, 27 – Falcone), dove viene realizzata anche un’egregia versione degli ‘Nzulli, i biscotti tradizionali di Messina a base di strutto e mandorle tostate. Il famoso salame di Sant’Angelo, specialità dei monti Nebrodi realizzata utilizzando solo parti nobili del maiale come prosciutto, filetto e lonza tagliati “a punta di coltello”, lo si può trovare invece presso la salumeria Specialità dei Nebrodi, situata lungo la vivace strada Nazionale: da provare anche l’ottimo prosciutto di cinghiale e le gustose provole nostrane.
Un altro grazioso punto di ristoro si trova in località Saiatine all’interno della pineta di eucalipti che precede l’accesso all’arenile, poco ad ovest del villaggio Baia di Tindari: si tratta del ristorante Deja Vu, dove per soli 12€ a coperto si può pranzare con un primo piatto di pasta alla norma seguito (ad esempio) da un secondo di braciole di coppa arrosto col contorno di patatine fritte.
Vale la pena anche spingersi fino al versante settentrionale etneo allo scopo di visitare i grandi produttori di vino ubicati nel comprensorio di Castiglione di Sicilia. Presso la frazione Passopisciaro si trovano infatti i vari Graci, Russo Girolamo, Pietradolce (notevole il suo Etna Bianco Archineri 2013), Fessina e le altre molte aziende vinicole che anno dopo anno stanno contribuendo a innalzare il livello qualitativo della produzione etnea, consentendo a questa zona di potersi annoverare ormai nel lotto delle più innovative e trainanti dell’intero comparto enologico nazionale. Una raccolta dei migliori prodotti di queste ed altre cantine può essere reperita presso l’enoteca Il Brigante di Via Castiglione 5, sempre a Passopisciaro.
Per quanto attiene il desinare in loco ci si può tranquillamente rivolgere all’agriturismo Borgo di Santo Spirito (Contrada Guardiola, Passopisciaro), ubicato all’interno della zona D del Parco dell’Etna. Con meno di 20€ a persona si potrà mangiare oltre ogni previsione sia in termini di quantità che di qualità. L’elenco delle portate servite per il solo antipasto pare interminabile: formaggi, salumi, verdure (è il caso di dirlo) in tutte le salse, olive, pomodori secchi e crostini d’ogni foggia e dimensione (siamo certi di aver dimenticato qualcosa…). L’unico problema sarà riuscire a serbare lo spazio necessario a generosissimi secondi quali la grigliata di carne mista oppure agli squisiti dessert a base di arance di Ribera.
Impossibile infine non rendere omaggio al Borgo dei Borghi 2015, l’arroccato paese di Montalbano Elicona: laddove non bastassero gioielli architettonici come il Castello del XII secolo, oppure la Basilica Minore di Santa Maria Assunta e San Nicolò Vescovo e le molte altre chiese disposte lungo le graziose stradine medievali, ad attirare l’interesse dei buongustai potrebbero contribuire le numerose panetterie dove vengono ancora lavorati i prodotti della tradizione a base di grano, primo tra tutti il celebre pane.
A chiunque, provenendo dalle grandi città del Nord, intendesse sostare qualche notte a Cassino per spezzare il lungo viaggio e riposare, non resta che consigliare, oltre alla scontata visita all’imperdibile Monastero Benedettino e alle numerose testimonianze della Seconda Guerra Mondiale, una capatina presso qualche caseificio locale (ad esempio quello dell’Azienda Agricola Palombo Roberto in via Bonomi 87) per assaggiare l’ottima versione locale della mozzarella di bufala, prodotta appena una manciata di chilometri più a nord rispetto ai luoghi più “tradizionali”.
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