Vite, olivo e grano sono forse le colture più antiche ed emblematiche dell’ambiente mediterraneo. A differenza di altri prodotti, ritenuti ormai tipici della gastronomia italiana a dispetto del loro recente approdo sul nostro territorio (basti pensare ai derivati del pomodoro, ortaggio importato dalle Americhe solo cinque secoli fa), il vino, l’olio e la pasta (o il pane) sono il risultato di una tradizione alimentare che affonda le radici nei primordi della civiltà occidentale. A questi tre frutti fondamentali della terra e del lavoro dell’uomo lo stesso simbolismo cristiano attribuisce valenze metafisiche e ruoli assai importanti: vino e pane sono il sangue e il corpo del Cristo, mentre l’olio è il Crisma dei suoi Sacramenti.
Nessuna tavola italiana realmente “tradizionale” potrebbe peccare di attenzione nei confronti di questi alimenti, e la cura da riporsi nella scelta di ciascuno di essi è sostanziale: non esiste ad esempio ingrediente in grado di influire in maniera altrettanto determinante sulla qualità di una pietanza quanto l’olio. Delicato o robusto, fruttato e più o meno acido, ciascun piatto pretende di essere “condito” nel modo più consono alle proprie caratteristiche.
Del resto scegliere un olio significa, per la maggior parte degli individui, o almeno per chiunque non abbia la fortuna di risiedere in zone rurali a vocazione olearia, affidarsi esclusivamente agli scaffali dei propri supermercati di fiducia. I quali a volte non mancano di riservarci gradevoli sorprese.
A noi è parso degno di menzione il prodotto oggetto del presente post. Si tratta di un olio scovato presso Esselunga e prodotto da Gonnelli1585 in Reggello (una delle zone più vocate d’Italia se non la migliore) con olive raccolte nella zona di Firenze, Arezzo e Siena: il “Selezione di Olive Verdi“, della linea “Frantoio di Santa Tea“.
Ottenuto dalla selezione di olive verdi raccolte a mano e frante a freddo, è di colore verde smeraldo ed emana una fragranza intensa e fruttata d’oliva fesca che a nostro avviso lo rende ideale come condimento di primi piatti importanti (ottimo ad esempio sui ragù, specialmente su quello di cinghiale) e secondi a base di carni rosse o verdure (anche crude). Non si tratta certamente di un olio delicato, anzi, possiede un carattere deciso e sfumature che, specialmente a qualche mese dalla spremitura, evidenziano note quasi “piccanti”.
Alcune varianti della stessa linea, come il Rocca di Cerbaia (ugualmente fruttato ma più “dolce”), sono in vendita presso Coop.
è un olio buonissimo, le mie bottiglie sono rocca di cervaia e non cerbaia.
in internet “cervaia” non lo trovo.
Eppure fino a poco tempo fa trovavo un olio chiamato proprio “Rocca di Cerbaia” prodotto da Gonnelli:
http://www.permareexport.com/ecommerce/product/66/OLIO-EXTRA-VERGINE-ROCCA-DI-CERBAIA.asp
Sul sito del produttore compare invece il “Cervaia”:
http://www.gonnelli1585.it/it/olio-extravergine-classici-rocca-cervaia.asp
Pingback: Olio “Laudemio”, Frantoio di Santa Tea – Gonnelli 1585 | Luoghi & Sapori
Grazie per queste info. Cercherò il prodotto per provarlo.
Vicky
Vedrà che non se ne pentirà!