Lessona e Bramaterra, due DOC dell’Alto Piemonte

Il corso del fiume Sesia separa la provincia di Novara (a est) da quelle di Vercelli e Biella (a ovest), e spartisce in due macrozone anche il principale territorio di produzione dei vini a base Nebbiolo del Piemonte settentrionale. Nell’area situata alla destra orografica del fiume, in particolare, si trovano alcune denominazioni che, pur mantenendo grossomodo la medesima base ampelografica, tributano le proprie peculiarità alle differenze di struttura e origine dei terreni in cui il Nebbiolo viene coltivato.

Nella fattispecie abbiamo dedicato la nostra attenzione alle DOC Bramaterra e Lessona. Il disciplinare della prima prevede una zona di produzione estesa a 7 comuni tra le province di Biella e Vercelli, e la possibilità di impiegare anche i vitigni Croatina, Uva Rara e Vespolina in percentuali che possono raggiungere anche il 50% del totale. Più pura (per quanto riguarda la componente “nobile” del Nebbiolo) ma più geograficamente ristretta (il territorio di produzione riguarda il solo comune omonimo) è invece l’altra denominazione, quella del Lessona.

A definire le differenze organolettiche tra le due produzioni in esame concorre però anche la struttura assai diversa dei rispettivi suoli. Quelli del Lessona sono di origine sabbiosa-marina, e ciò consente alle radici del Nebbiolo di estrarre nutrienti in profondità. Il prodotto che ne deriva è caratterizzato pertanto da una spiccata mineralità e da una bassa tannicità, ovvero da una struttura inferiore che avvantaggia la maggiore eleganza rispetto al vicino Bramaterra, il cui areale può contare invece su terreni ricchi di porfidi di origine vulcanica.

A fornirci “il materiale di studio” sono state alcune cantine selezionate all’interno dei comuni di Lessona, Masserano e Roasio.

 Il pranzo

Locanda del gallo storto. A Masserano si avrebbe la sensazione di trovarsi in un tipico borgo collinare toscano oppure umbro (l’atmosfera tra i vicoli è genuinamente medioevale), non fosse la fatiscenza degli edifici a tradirne l’ubicazione esterna ai percorsi turistici più tipicamente sfruttati in altre zone d’Italia. La locanda dove abbiamo desinato (consigliataci presso una delle cantine visitate), si trova lungo un vicolo che discende lungo la strada principale. Vi abbiamo mangiato, immersi in un silenzio e una tranquillità in perfetta sintonia col resto del paese, un ottimo e abbondante antipasto misto (particolarmente notevoli le verdure in olio, delle quali ci è stato offerto un bis) e i tagliolini al al Bramaterra con ricotta di capra. Al termine del pranzo, il cuoco in persona e sua moglie (addetta alla sala) ci hanno intrattenuto in una piacevole conversazione riguardante le sorti del nucleo storico di Masserano. Loro stessi pare stiano attualmente adoperandosi per ripristinarne il decoro che renderebbe giustizia alle potenzialità del sito.

Le cantine

La Prevostura. Per raggiungere questa cantina/agriturismo occorre cimentarsi in qualche tratto di guida “off-road”, ma ne vale la pena. Il giovane Martino, ex studente di Scienze dei Materiali, ci ha illustrato la produzione e (guarda un po’…) la composizione dei terreni suffragato da esempi tangibili: sul banco della mescita è possibile osservare due campioni di roccia provenienti l’uno dalla zona del Lessona e l’altro da quella del Bramaterra. L’azienda produce entrambe le DOC, ma noi ci siamo limitati ad acquistare il Lessona 2010 e il Coste della Sesia “Muntac” del medesimo anno.
Carlo Colombera. Ubicata in Masserano, anche presso questa cantina siamo stati ricevuti da un giovane brillante e volenteroso, cui si è presto unito il signor Carlo. Con entrambi ci siamo intrattenuti in una lunga e piacevole conversazione riguardante le peculiarità produttive e organolettiche del Bramaterra, sorseggiando un calice del loro Bramaterra 2011 di convincente e gradevole struttura, che avremmo acquistato di lì a breve insieme al Coste della Sesia 2010.
La Palazzina. L’aria di una palazzina questa struttura ce l’ha per davvero. Un’altra giovane leva dell’enologia locale ci ha invitato a entrare nel soggiorno dell’abitazione padronale per degustare il Bramaterra 2006, dal caratteristico sentore di arancia amara (tipico della DOC), che avremmo successivamente acquistato. Durante l’amabile, rituale (da queste parti, evidentemente) chiacchierata abbiamo appreso che presto la cantina produrrà anche un Vespolina in purezza che siamo già curiosi di assaggiare.

 

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