La collina del Soave Classico

Quello orbitante intorno all’antico borgo scaligero di Soave è il comprensorio enologicamente più prolifico della provincia di Verona e forse dell’intero Veneto. Diversamente da quelli del Bardolino e del Valpolicella, i suoli delle aree collinari nei suoi dintorni sono di origine vulcanica, e lungo le ampie distese di vigneti che ne ammantano i pendii dal dolce declinare si produce un vino che, oltre a vantare un origine tra le più antiche d’Italia, si posiziona senza dubbio anche fra i più longevi insieme al Verdicchio di Jesi e pochi altri.

Lo stesso areale di produzione raccoglie un altro primato, quello di collocarsi tra i più estesi d’Italia, al punto che la Strada del vino Soave può snodarsi entro il territorio di 13 comuni dislocati all’interno di quattro valli oggetto di grande attenzione turistica, sia da parte di visitatori italiani che stranieri (soprattutto tedeschi e nord europei).

La principale suddivisione del territorio incluso nella denominazione prevede cinque zone di produzione, ma noi in questa occasione abbiamo rivolto la nostra attenzione verso la sola Collina del Soave Classico, differente da quelle adiacenti soprattutto in termini di composizione del suolo (prevalentemente di origine basaltica), nonché per la maggiore età dei suoi vigneti.

Il pranzo.

– Osteria La Scala. Situata nel centro di Soave, ovvero entro le mura risalenti al 1400, e ricavata all’interno di un edificio storico, si presenta con un ambiente accattivante nel quale è possibile degustare piatti tipici della tradizione locale e vini (altrettanto autoctoni) al calice a prezzi ragionevoli. Noi abbiamo provato un antipasto a base di soppressata veneta e polenta, gli ottimi tortellini di Valeggio al burro e Salvia e le mezze maniche al tartufo, pancetta e noci. Il tutto accompagnato da due calici di bianco locale: Soave Classico Suavia e Soave Classico Gini.

Le cantine.

– Monte Tondo. La quarta uscita della prima rotonda in cui ci si imbatte non appena fuori dallo svincolo autostradale di Soave-San Bonifacio conduce a questa tenuta, il cui punto vendita è situato sotto un affascinate porticato arredato con attrezzi agricoli e macchine utensili “vintage”. Ne segnaliamo il Soave Classico Casette Foscarin 2012 e il Monte Tondo 2014, da noi acquistati. – Suavia. Situata fuori mano rispetto al centro storico, nella frazione di Fittà che costituisce il cuore della zona classica nonchè il punto più elevato dell’intera denominazione (circa 300m s.l.m.), fruisce di terreni di origine vulcanica differenti rispetto a quelli alluvionali della zona pianeggiante. Ci è stato proposto tra gli altri il Soave Classico 2014: quest’ultima un’annata caratterizzata da spiccata acidità e mineralità a dispetto della più calda e “cicciona” 2013. – Tamellini. In località Costeggiole, appena fuori Soave, sorge questa tenuta nella quale siamo stati accolti in puro stile vernacolare. La proposta principale è stata per noi quella del Soave Classico 2014 che non abbiamo esitato a portato a casa. – Cantina del Castello. Tornati in pieno centro storico, dopo una sosta caffè presso un bar della movimentata via Roma, ci siamo recati presso questo produttore la cui tenuta è posta ai piedi della salita al Castello Scaligero. Ne segnaliamo il particolare cru Carniga, un Soave Classico annata 2011.

I luoghi.

– Soave. Toponimo legato alla denominazione enologica e al Castello Scaligero, presenta un nucleo storico fortificato che conserva intriganti atmosfere medievali e scorci stupendi dominati dalla nota collina col Castello in cima. Si fregia della bandiera arancione del TCI, marchio di qualità conferito ai “piccoli comuni dell’entroterra italiano che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità”. – Santuario di Santa Maria della Bassanella. Isolato ai margini del centro di Soave, dal piazzale antistante si gode una bella veduta della Val Tramigna segnata dalle lunghe file dei suoi vigneti; percorrendo il vicolo a sinistra del Santuario si può invece ammirare uno scorcio davvero interessante del Castello Scaligero abbarbicato sul suo promontorio.

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